Tra la metà del XIII secolo e la metà del XV secolo, Siena è una città molto sviluppata sia in campo economico che in campo artistico e tale prosperità favorisce la nascita di una scuola, detta “Scuola Senese”, che dà vita ad uno stile pittorico coerente e originale, riuscendo a competere con la pittura rinomata di Firenze. Gli artisti più importanti della Scuola Senese sono Duccio di Buoninsegna, Simone Martini e Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Duccio di Buoninsegna presenta sia una formazione bizantina, sia una conoscenza della pittura gotico francese, infatti ammira profondamente la scultura dei fratelli Nicola e Giovanni Pisano. Riesce quindi a fondere queste due grandi tradizioni, dando vita ad un’espressione pittorica caratterizzata dalla fluidità della linea, dalla morbida delineatura che riesce a dare al colore e dalla varietà della colorazione. Inoltre presenta anche un particolare utilizzo del volume, che viene adoperato non per rapportare la figura allo spazio, bensì per definirla. La pittura di Simone Martini sembra ispirata a quella di Duccio, di cui forse fu allievo, ma si ha un superamento dell’influenza bizantina, vediamo infatti una concezione concreta e più naturalistica dello spazio, lezione sicuramente appresa dalla pittura di Giotto. La sua espressione artistica è quindi caratterizzata: dalla spazialità delle scene; dalle figure più definite attraverso la linea, il colore e l’oro e quindi dal raffinato gusto lineare e cromatico; dai volti più espressivi e umani. Inoltre nei suoi ultimi anni di vita, la particolare espressività della sua pittura partecipò alla nascita del gotico internazionale. Ambrogio Lorenzetti e suo fratello maggiore Pietro sono importanti poiché presentano delle grandi novità come la raffigurazione dello spazio in modo realistico, la realizzazione attenta a ogni piccolo particolare dell'architettura, l’espressività e drammaticità che donano ai personaggi e l'interpretazione profana, polare dei temi sacri e allegorici, e i diversi elementi, a partire dall'espressione dei volti dei personaggi, che denotano sentimenti umani, umili. Si deve inoltre ad Ambrogio la realizzazione del Mappamondo, mappa girevole, probabilmente su pergamena, dello Stato senese, che si conservava nella sala maggiore del palazzo pubblico di Siena ma che è oggi andato perso. Mentre Ambrogio dà grande importanza al paesaggio, di cui coglie gli aspetti più vivi, realistici e naturali, privi di ogni formalità, Pietro è invece indirizzato verso più complessi impianti compositivi, vediamo infatti i personaggi caratterizzati da strutture plastiche inserite in uno spazio prospettico e definito.
Gli artisti più importanti della Scuola Senese sono Duccio di Buoninsegna, il cui lavoro mostra l’influenza bizantina; il suo allievo Simone Martini; Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Duccio di Buoninsegna fu un artista dotato di grande capacità, profondo innovatore della pittura bizantina, molto attento alla natura ed al quotidiano utilizzando magistralmente il colore. Fu ammiratore dei fratelli Nicola e Giovanni Pisano infatti egli, fonde magnificamente elementi di tradizione bizantina con elementi tipici della tradizione gotico-francese. Introduce una novità anche per quanto riguarda il concetto di volume, da lui utilizzato non per rapportare la figura allo spazio, bensì per definirla. Simone Martini, probabilmente un allievo di Buoninsegna, è il primo artista a portare oltralpe lo stile artistico italiano. Proprio per questo la sua presenza in Francia è di fondamentale importanza per aver contribuito alla nascita di un gotico internazionale. Il suo lavoro è pienamente gotico, ragion per cui è fortemente apprezzato in Francia. Le suo opere sono caratterizzate dalla spazialità delle scene, da figure più definite, dal raffinato gusto lineare e cromatico e dai volti più espressivi e umani. Ambrogio Lorenzetti fu il creatore di un peculiare linguaggio, colto e raffinato. In un complesso rapporto con l'eredità di Duccio e con la forte personalità di Martini, Lorenzo operò nell'ambito della pittura senese, insieme al fratello Pietro, quella che può essere definita una rivoluzione formale grazie alla presa di coscienza dell'arte di Giotto. L'elemento architettonico e quello spaziale sono infatti notevolissimi nella sua opera, accanto a una vena narrativa e realisticamente descrittiva. Attivo soprattutto a Siena e ad Assisi, Pietro Lorenzetti risentì dell'arte di Duccio da Boninsegna e assimilò le suggestioni volumetrico-spaziali di Giotto, aggiungendovi un personale senso di drammaticità e di partecipazione agli eventi rappresentati e una sensibilità per i dettagli quotidiani.
Gli artisti più importanti della scuola sense sono Duccio Buoninsegna, Simone Martini e i fratelli Lorenzetti. Il caposcuola della pittura senese è Duccio Buoninsegna, formatosi sullo stile di Cimabue. Le sue opere avviano un percorso di ricerca originale e alternativo alla pittura fiorentina rappresentata da Giotto e dai seguaci. Simone Martini è il pittore che più recepisce il gusto del Gotico francese, penetrato in città attraverso i frequenti scambi commerciali fra Siena e il Nord Europa. La formazione di questo artista si avvia negli ultimi anni del 200 presso la bottega di Buoninsegna ma molta importanza viene data alla sua frequentazioni di botteghe orafe e dunque probabilmente a contatto con questi artefici impara le tecniche della lavorazione dei metalli che abbinate alla tempera diventano il suo stile. Egli è inoltre nominato pittore ufficiale del papa Benedetto XII. I fratelli Lorenzetti completano il gruppo dei pittori più rappresentativi della scuola senese. Non si hanno notizie certe riguardo la loro formazione ma probabilmente entrambi hanno frequentato per un breve periodo la bottega di Duccio Buoninsegna entrando anche in contatto con Simone Martini. Il loro linguaggio pur essendo originale e autonomo rimane nel solco dello stile dei maestri ma si confronta constantemente con le soluzioni rappresentative della pittura Giotto e con le ricerche della scuola fiorentina.
La scuola senese di pittura fiorì in Italia tra il XIII ed il XV secolo, tra i suoi rappresentanti più importanti troviamo: Duccio di Buoninsegna, è uno dei pittori più influenti della storia dell'arte italiana. Non abbiamo molte informazioni sul suo conto, ma ci basta osservare le sue opere d'arte per capire quanto le generazioni successive dipendessero da lui. Duccio si formò sul solco della tradizione senese, che si basava ancora su una solida componente bizantina e sulle novità del gotico. Egli conferì alla scuola senese quel gusto raffinato ed elegante francese (linee morbide e una raffinata gamma cromatica) che, da lui in poi, sarebbe stata una delle caratteristiche peculiari delle opere prodotte a Siena. L’artista aveva una notevole conoscenza di Cimabue (quasi sicuramente il suo maestro nei primi anni di attività). Col tempo lo stile di Duccio raggiunse esiti di sempre maggiore naturalezza e morbidezza e seppe anche aggiornarsi alle innovazioni introdotte da Giotto, quali la resa dei chiaroscuri secondo una o poche fonti di luce, la volumetria delle figure e del panneggio, la resa prospettica. Ambrogio Lorenzetti, fu fortemente influenzato dall’arte bizantina e dalle forme dell’arte classica, che utilizzò per creare uno stile di pittura unico ed estremamente personale. Lorenzetti non ebbe alcuna paura di proporre forme nuove basate sullo studio della prospettiva e della fisionomia. Il suo lavoro mostra chiaramente una forte dose di innovazione che gli artisti successivi hanno scelto di emulare. Lorenzetti, seppure senese, ebbe una formazione più vicina a quella fiorentina di Giotto, come è evidente nella solidità delle figure. Le sue complesse allegorie, la profonda umanità e il complesso significato religioso che emergono dalla sua produzione furono fonte di ispirazione per molti artisti della seconda metà del XIV secolo e dei secoli successivi. Simone Martini. La sua formazione senese è molto importante per il suo stile. Egli era a capo di una bottega fiorente e illustre da cui uscirono opere di altissima qualità. Dalle opere prodotte si deduce una grande versatilità nelle tecniche di questo maestro. Alla pittura tradizionale, come l'affresco, la tempera su tavola e la miniatura, sperimenta anche applicazioni in vetro, smalti, stucchi, foglia d'oro e punzonatura e perfino carta, anticipando la moderna tecnica del collage. Ma l'arte di Simone Martini si distingue soprattutto per la nuova visione estetica, egli ha realizzato una perfetta fusione tra il realismo trecentesco, introdotto da Giotto, e la tradizione raffinata del gusto senese-duccesco. La sua pittura sviluppa in chiave più gotica la corrente senese a cui si era formato, assimilando l'insegnamento di Giotto. Nelle sue opere introduce ambientazioni credibili e spazi strutturati in profondità in cui fa agire i suoi personaggi, sviluppa una personalissima visione analitica, concentrata sui dettagli descritti minuziosamente, con risultati assolutamente nuovi. La cura del particolare, inoltre non è un dato puramente decorativo, questo approccio così moderno alla realtà, fa di questo artista uno dei primi veri ritrattisti e studiosi del vero della pittura dell'Occidente. Molto personale è anche il modo in cui questo artista fa uso dei suoi elementi espressivi. La linea è mobilissima, sinuosa, continua e ritmica. Scorre senza mai fermarsi su tutti i contorni, segue tutti gli ondeggiamenti delle pieghe delle vesti, dei capelli, dei particolari. I colori seguono una gamma ricca, delicata e raffinatissima, piena di trasparenze opalescenze e riflessi.
Tra la metà del XIII sec. e la metà del XV sec., Siena diventa una civiltà artistica, favorita soprattutto da personalità quali Nicola e Giovanni Pisano. La scuola senese di pittura, riuscì a competere con Firenze nonostante fosse più conservativa e si focalizzasse di più sulla bellezza decorativa e l’eleganza dell’arte gotica. I suoi maggiori esponenti sono: * Duccio di Buoninsegna, dotato di grande capacità, si serve degli elementi della tradizione bizantina, rinnovandoli grazie allo stile di Cimabue e alle novità del gotico francese. È molto attento alla natura e al quotidiano. Nelle sue opere appare una varietà di colori ed è evidente l’utilizzo di linee morbide che delineano soprattutto i corpi delle figure e aggiunge una raffinata gamma cromatica. La sua massima opera è la “Maestà”, nella quale la Vergine è raffigurata più grande rispetto agli altri personaggi, si parla di prospettiva gerarchica. * Simone Martini, a differenza dell’artista descritto precedentemente, si libera dai caratteri bizantini. Le figure vengono definite dal colore in oro, i volti appaiono molto più espressivi e usa la linea decorativa, tutti elementi tipici dello stile gotico francese, infatti è apprezzato in Francia. L’opera che meglio riassume l’arte di Simone Martini è “l’Annunciazione” (con Lippo Memmi). Si tratta di un affascinante insieme composto da grazia, dolce sentimento e grande cura per la bellezza dell’artigianato. Si può notare la Vergine che mostra il suo turbamento; * Pietro e Ambrogio Lorenzetti (fratelli), raffigurano lo spazio in modo realistico. Prestano attenzione ai particolari dell’architettura e donano drammaticità ed espressività ai volti da loro raffigurati. Ambrogio pare sia stato molto influenzato da Giotto, evidente nell’esaltazione dei valori plastici e nella strutturalità dell’immagine, mostrata dai contorni che definiscono i piani cromatici. L’opera più rappresentativa appartenente ai due fratelli, è “L’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo in città e in campagna”. Ambrogio dona a quest’opera particolare preminenza alla rappresentazione del paesaggio, esaltando gli aspetti più vivi e realistici. -Alessandra Ziccarelli
Gli artisti più importanti della scuola senese sono: • Duccio di Buoninsegna, che si formò sul solco della tradizione senese, che si basava ancora su uno stile bizantineggiante, e la aggiornò sulle conquiste di Cimabue e sulle novità del gotico francese: in particolare, Duccio conferì alla scuola senese quel gusto raffinato ed elegante che, da lui in poi, sarebbe stata una delle caratteristiche peculiari delle opere prodotte a Siena. • Simone Martini, allievo di Duccio, si libera dall’influenza bizantina, accentua la spazialità delle scene, definisce le figure attraverso la linea, il colore e l’oro, dona espressività ai volti e apprende la lezione del gotico francese. • Pietro e Ambrogio Lorenzetti: tra i più grandi protagonisti della scuola senese, i due pittori proposero due stili originali e unici, cercando di far dialogare la tradizione senese fatta di preziosismo e raffinatezza con le novità introdotte dalla scuola fiorentina, ispirata dall'innovativo linguaggio giottesco. Raffigurano lo spazio in modo realistico, realizzano con attenzione i particolari dell’architettura, donano espressività e drammaticità ai personaggi.
Gli artisti più importanti della scuola Senese sono Duccio di Buoninsegna il quale utilizza elementi della tradizione bizantina,varietà di colori e una linea morbida.Ammira la scultura dei Pisano,conoscendo la pittura gotica. La sua pittura è incentrata sulla fluidità della linea e sull'armonia dei colori; utilizza il volume per definire la singola figura . Una delle sue opere più importanti è la Maestà, tempera su tavola della Madonna con il bambino. Simone Martini si libera dell'influenza bizantina,accentua la spazialità delle scene, definisce le figure attraverso la linea,il colore e l'oro. Dona espressività ai volti. Apprende la lezione del gotico francese. Pietro e Ambrogio Lorenzetti raffigurano lo spazio in modo realistico,realizzano con attenzione i particolari dell'architettura,donano espressività e drammaticità ai personaggi. EMILIA FIUMARA
Gli artisti principali della Scuola senese sono Duccio di Buoninsegna,Simone Martini e Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Duccio di Buoninsegna usa elementi bizantini, come si può notare nella sua "Maestà di Siena", dove la vergine è più grande rispetto agli altri personaggi; tale tecnica viene chiamata Prospettiva gerarchica. Per quanto riguarda Simone Martini, invece, egli si libera dall'influenza bizantina e dona una certa espressività ai volti. Usa la linea, il colore e l'oro per definire le figure, è inoltre influenzato dal gotico francese. La sua opera più significativa è l'Annunciazione, dove la vergine esprime il suo turbamento. Pietro e Ambrogio Lorenzetti raffigurano lo spazio in modo realistico e anche loro donano espressività. L'opera principale è l'Allegoria ed effetti del buono e del cattivo governo in città e in campagna. Esso si trova a Siena, nel Palazzo Pubblico, e si può suddividere in 3 parti: -a sinistra l'Allegoria del Cattivo Governo -al centro l'allegoria del Buon Governo -a destra gli effetti del buon governo in città e in campagna. L'opera è importante perchè è il primo ciclo pittorico con messaggio politico e mostra cosa potrebbe succedere nel caso ci fosse un governp cattivo.
Tra il XIII e il XV secolo, nella città toscana di Siena fiorì una grande scuola pittorica, che entrò in competizione con quella di Firenze. Alla Galleria degli Uffizi incontriamo alcuni dei maggiori esponenti della scuola senese: Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Lippo Memmi, i fratelli Ambrogio e Pietro Lorenzetti, Matteo di Giovanni, e i manieristi Beccafumi e Sodoma. Nelle opere dei pittori senesi notiamo molti richiami alla preziosità dello stile gotico, un ampio uso dell’oro e la costruzione di figure delicate e armoniose, dunque in parte idealizzate. In quelle dei fiorentini, invece, la ricerca prospettica e le figure più realistiche predominano. Nel secolo successivo, Siena raggiunse probabilmente l’apice dal punto di vista artistico: al Trecento senese è dedicata un’intera sala della Galleria degli Uffizi. Qui sono esposte opere importanti, come l’Annunciazione, di Simone Martini e Lippo Memmi e la Presentazione al Tempio, di Ambrogio Lorenzetti. Le opere della sala hanno caratteristiche simili, ma allo stesso tempo presentano delle differenze: notiamo lo stile mistico, a tratti irreale, tipico dello stile Gotico Internazionale, ma anche l’influenza di Giotto, nella resa prospettica della materia rappresentata. Il dialogo con Firenze portò dunque a punti di contatto e di scambio, non solo di rivalità. I pittori senesi portarono avanti la tradizione locale, ma guardarono alle ricerche anatomiche dei fiorentini. La crisi politica ed economica di Siena, alla fine del XVI secolo, portò anche a quella artistica: oggi la città conserva i suoi capolavori pittorici e architettonici che le donano un aspetto tardo-medievale, infinitamente affascinante. -Laura Stalteri
La scuola senese di pittura fiorì in Italia tra il XIII ed il XV secolo e riuscì a competere con Firenze, nonostante fosse più conservativa e si focalizzasse maggiormente sulla bellezza decorativa e l'eleganza dell'ultimo periodo dell'arte gotica. Gli artisti più importanti della Scuola Senese sono: Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti.
Duccio di Buoninsegna: tradizionalmente indicato come il primo maestro della scuola senese. utilizza elementi della tradizione bizantina, varietà di colori e una linea morbida. La sua pittura è incentrata sulla fluidità delle linee e sull'armonia dei colori. Il suo capolavoro, ovvero la Maestà del Duomo di Siena, è un'opera emblematica dell'arte del Trecento Italiano.
Simone Martini: Si libera dell'influenza bizantina, accentua la spazialità delle scene, definisce le figure attraverso la linea, il colore e l'oro. Dona espressività ai volti. Apprende la lezione del gotico francese. È stato un pittore e miniatore italiano, considerato indiscutibilmente uno dei maestri della scuola senese. La sua opera più significativa è l'Annunciazione, dove la vergine esprime il suo turbamento.
Ambrogio Lorenzetti: raffigura lo spazio in modo realistico, realizza con attenzione i particolari dell'architettura, dona espressività e drammaticità ai personaggi. È stato un pittore italiano. Fu uno dei maestri della scuola senese del Trecento. Fratello minore di Pietro Lorenzetti, fu attivo dal 1319. La loro opera più significativa è:"L’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo in città e in campagna”. Donano a quest’opera particolare preminenza alla rappresentazione del paesaggio, esaltando gli aspetti più vivi e realistici. -Giulia Bozzarello
Nel corso del XIII secolo Siena acquisisce autonomia e prestigio politico-culturale. Questa prosperità richiamò artisti come Nicola e Giovanni Pisano, dotati di una straordinaria individualità artistica, hanno un ruolo significativo nella formazione di un linguaggio pittorico chiamato ‘’scuola senese’’. Il caposcuola della pittura senese è Duccio di Buoninsegna che fu uno dei più importanti esponenti della pittura senese della metà del 200. Alla sua produzione giovanile appartiene la Madonna di Crevole che si trova al museo dell'opera del Duomo di Siena. In quest'opera sono evidenti i modelli della sua formazione: il panneggio schematico e l'uso dell'oro provenienti dalla pittura bizantina, elementi derivanti dalla miniatura gotica e motivi iconografici tipicamente bizantini. Nello stesso periodo mentre Cimabue e i suoi seguaci cercano di rappresentare lo spazio tridimensionalmente e volumetricamente, Duccio cerca di focalizzare la sua attenzione sull'eleganza delle forme e delle linee e sull'armonia dei colori. Anche se le composizioni di Giotto si dimostrarono importanti per lo sviluppo della pittura del primo Rinascimento, Duccio di Buoninsegna sondò da parte sua uno spettro estetico che, nell’intenso confronto con la tradizione bizantina, era molto più sfaccettato. È quindi comprensibile che la buona reputazione di Siena, intorno alla metà del XIV secolo, si fosse diffusa in Europa più delle idee formali di Giotto e della sua scuola. Tra gli artisti attivi a Siena nella prima metà del Trecento troviamo Simone Martini. Egli è il pittore che più incarna lo spirito gotico della pittura senese nella prima metà del Trecento. Il distacco dalla maniera bizantina, nei pittori di stile gotico, si basa su alcune caratteristiche costanti: l’uso fondamentale della linea, soprattutto curva e sinuosa, per costruire l’immagine e l’apparato decorativo, l’uso di una grande vivacità cromatica, l’umanizzazione dei personaggi sacri a modo di uomini o dame di corte. Questi stessi parametri li ritroviamo tutti nella pittura di Simone Martini, pur se il suo linguaggio pittorico risente spesso dell’influenza giottesca. Sua prima opera nota è la «Maestà» che egli realizza ad affresco, nel 1315, nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena. In questo affresco è presente ovviamente l’influenza della grande pala di Duccio da Buoninsegna, realizzata solo pochi anni prima, ma l’opera è già di decisa matrice gotica per la sua vivacità cromatica e per l’enfasi della linea. E per completare il quadro dei pittori più rappresentativi della scuola Senese abbiamo i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti. I due artisti operano una sintesi tra eleganze gotiche e razionalità costruttiva, propria del linguaggio giottesco, che non ha eguali in tutto il panorama artistico italiano. Il più vecchio dei due fratelli è Pietro, la cui attività si svolse tra Siena, Arezzo, Firenze ed Assisi. La sua formazione parte dalla pittura di Duccio da Buoninsegna, ma la sua attività ad Assisi, dove sono conservate le sue prime opere, lo mette a contatto con la pittura di Giotto, che profonda influenza doveva produrre sulla sua opera. E sempre ad Assisi, nella Basilica inferiore di San Francesco, egli realizza, tra il 1335 e il 1340, la sua opera più nota: gli affreschi con Storie della Passione. Ma è soprattutto nella «Natività della Vergine» del 1342, che si ritrova la sua migliore sperimentazione sulla costruzione prospettiva, che rendono quest’opera la punta più avanzata dei tentativi trecenteschi di giungere ad una corretta rappresentazione spaziale. -Maria Elena De Bartolo.
La scuola senese di pittura fiorì in Italia tra il XIII ed il XV secolo e riuscì a competere con Firenze, tra i suoi rappresentanti più importanti troviamo Duccio di Buoninsegna che ha un'influenza bizantina nelle sue opere, Simone Martini (l'apprendista di Buoninsegna, che eseguì "La Maestà del Palazzo Pubblico", affresco nella "sala del Mappamondo" del Palazzo Pubblico), Pietro Lorenzetti ,sensibile alle novità giottesche, e il fratello Ambrogio Lorenzetti; ad egli si devono gli affreschi del Buon governo e del Cattivo governo, nella "sala della Pace" del Palazzo Pubblico.
Tra il XIII e il XV secolo, nella città toscana di Siena fiorì una grande scuola pittorica, che entrò in competizione con quella di Firenze. Alcuni dei maggiori esponenti della scuola senese sono: Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Lippo Memmi, i fratelli Ambrogio e Pietro Lorenzetti, Matteo di Giovanni, e i manieristi Beccafumi e Sodoma. Nelle opere dei pittori senesi notiamo molti richiami alla preziosità dello stile gotico, un ampio uso dell’oro e la costruzione di figure delicate e armoniose, dunque in parte idealizzate. In quelle dei fiorentini, invece, la ricerca prospettica e le figure più realistiche predominano. Nel Medioevo, la rivalità tra la ghibellina Siena e la guelfa Firenze non era solo artistica, ma anche politica. La battaglia di Montaperti e quella di Colle Val d’Elsa sono i più importanti episodi bellici, tra le due città, del XIII secolo. Nel secolo successivo, Siena raggiunse probabilmente l’apice dal punto di vista artistico: al Trecento senese è dedicata un’intera sala della Galleria degli Uffizi. Qui sono esposte opere importanti, come l’Annunciazione, di Simone Martini e Lippo Memmi e la Presentazione al Tempio, di Ambrogio Lorenzetti. Le opere della sala hanno caratteristiche simili, ma allo stesso tempo presentano delle differenze: notiamo lo stile mistico, a tratti irreale, tipico dello stile Gotico Internazionale, ma anche l’influenza di Giotto, nella resa prospettica della materia rappresentata. Il dialogo con Firenze portò dunque a punti di contatto e di scambio, non solo di rivalità. I pittori senesi portarono avanti la tradizione locale, ma guardarono alle ricerche anatomiche dei fiorentini. La crisi politica ed economica di Siena, alla fine del XVI secolo, portò anche a quella artistica: oggi la città conserva i suoi capolavori pittorici e architettonici che le donano un aspetto tardo-medievale, infinitamente affascinante. -Ludovica Stillitano
Gli artisti più importanti della scuola sense sono Duccio Buoninsegna, Simone Martini e i fratelli Lorenzetti. Il caposcuola è Duccio Buoninsegna, che si è formato sullo stile di Cimabue. Le sue opere avviano un percorso di ricerca alternativo e diverso dal solito rispetto alla pittura fiorentina rappresentata da Giotto e dai seguaci. il pittore che più rispetta i parametri del gusto del Gotico francese, è Simone Martini. La sua formazione si avvia presso la fine del 200 nella bottega di Buoninsegna. C'è le frequentazioni di botteghe orafe ebbero molta impartanza perciò a contatto con tali artefici impara le tecniche della lavorazione dei metalli con la tempera che catatterizzano il suo stile. Venne poi nominato pittore ufficiale del papa Benedetto XII. I fratelli Lorenzetti fanno ugualmente parte del gruppo dei pittori più rappresentativi della scuola senese. Non si sa con certezza quale sia la loro formazione ma probabilmente entrambi frequentarono la bottega di Duccio Buoninsegna. Il loro linguaggio è originale ma rimane fedele allo stile dei maestri. -Silvia Giacoia
La scuola senese di pittura fiorì in Italia tra il XIII ed il XV secolo. Tra i suoi rappresentanti più importanti troviamo Duccio di Buoninsegna, le cui opere mostrano una certa influenza bizantina, il suo apprendista Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Domenico e Taddeo di Bartolo, Stefano di Giovanni e Matteo di Giovanni. Nel XVI secolo ne fecero parte i manieristi Domenico di Pace Beccafumi e Giovanni Antonio Bazzi. Il caposcuola della pittura senese è Duccio di Buoninsegna che fu uno dei più importanti esponenti della pittura senese della metà del 200. Alla sua produzione giovanile appartiene la Madonna di Crevole che si trova al museo dell'opera del Duomo di Siena. I fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti operano una sintesi tra eleganze gotiche e razionalità costruttiva, propria del linguaggio giottesco. -Maria Francesca Iorio
Tra la metà del XIII secolo e la metà del XV secolo, Siena è una città molto sviluppata sia in campo economico che in campo artistico e tale prosperità favorisce la nascita di una scuola, detta “Scuola Senese”, che dà vita ad uno stile pittorico coerente e originale, riuscendo a competere con la pittura rinomata di Firenze. Gli artisti più importanti della Scuola Senese sono Duccio di Buoninsegna, Simone Martini e Pietro e Ambrogio Lorenzetti.
RispondiEliminaDuccio di Buoninsegna presenta sia una formazione bizantina, sia una conoscenza della pittura gotico francese, infatti ammira profondamente la scultura dei fratelli Nicola e Giovanni Pisano. Riesce quindi a fondere queste due grandi tradizioni, dando vita ad un’espressione pittorica caratterizzata dalla fluidità della linea, dalla morbida delineatura che riesce a dare al colore e dalla varietà della colorazione. Inoltre presenta anche un particolare utilizzo del volume, che viene adoperato non per rapportare la figura allo spazio, bensì per definirla.
La pittura di Simone Martini sembra ispirata a quella di Duccio, di cui forse fu allievo, ma si ha un superamento dell’influenza bizantina, vediamo infatti una concezione concreta e più naturalistica dello spazio, lezione sicuramente appresa dalla pittura di Giotto. La sua espressione artistica è quindi caratterizzata: dalla spazialità delle scene; dalle figure più definite attraverso la linea, il colore e l’oro e quindi dal raffinato gusto lineare e cromatico; dai volti più espressivi e umani. Inoltre nei suoi ultimi anni di vita, la particolare espressività della sua pittura partecipò alla nascita del gotico internazionale.
Ambrogio Lorenzetti e suo fratello maggiore Pietro sono importanti poiché presentano delle grandi novità come la raffigurazione dello spazio in modo realistico, la realizzazione attenta a ogni piccolo particolare dell'architettura, l’espressività e drammaticità che donano ai personaggi e l'interpretazione profana, polare dei temi sacri e allegorici, e i diversi elementi, a partire dall'espressione dei volti dei personaggi, che denotano sentimenti umani, umili. Si deve inoltre ad Ambrogio la realizzazione del Mappamondo, mappa girevole, probabilmente su pergamena, dello Stato senese, che si conservava nella sala maggiore del palazzo pubblico di Siena ma che è oggi andato perso. Mentre Ambrogio dà grande importanza al paesaggio, di cui coglie gli aspetti più vivi, realistici e naturali, privi di ogni formalità, Pietro è invece indirizzato verso più complessi impianti compositivi, vediamo infatti i personaggi caratterizzati da strutture plastiche inserite in uno spazio prospettico e definito.
Gli artisti più importanti della Scuola Senese sono Duccio di Buoninsegna, il cui lavoro mostra l’influenza bizantina; il suo allievo Simone Martini; Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Duccio di Buoninsegna fu un artista dotato di grande capacità, profondo innovatore della pittura bizantina, molto attento alla natura ed al quotidiano utilizzando magistralmente il colore. Fu ammiratore dei fratelli Nicola e Giovanni Pisano infatti egli, fonde magnificamente elementi di tradizione bizantina con elementi tipici della tradizione gotico-francese. Introduce una novità anche per quanto riguarda il concetto di volume, da lui utilizzato non per rapportare la figura allo spazio, bensì per definirla. Simone Martini, probabilmente un allievo di Buoninsegna, è il primo artista a portare oltralpe lo stile artistico italiano. Proprio per questo la sua presenza in Francia è di fondamentale importanza per aver contribuito alla nascita di un gotico internazionale. Il suo lavoro è pienamente gotico, ragion per cui è fortemente apprezzato in Francia. Le suo opere sono caratterizzate dalla spazialità delle scene, da figure più definite, dal raffinato gusto lineare e cromatico e dai volti più espressivi e umani. Ambrogio Lorenzetti fu il creatore di un peculiare linguaggio, colto e raffinato. In un complesso rapporto con l'eredità di Duccio e con la forte personalità di Martini, Lorenzo operò nell'ambito della pittura senese, insieme al fratello Pietro, quella che può essere definita una rivoluzione formale grazie alla presa di coscienza dell'arte di Giotto. L'elemento architettonico e quello spaziale sono infatti notevolissimi nella sua opera, accanto a una vena narrativa e realisticamente descrittiva. Attivo soprattutto a Siena e ad Assisi, Pietro Lorenzetti risentì dell'arte di Duccio da Boninsegna e assimilò le suggestioni volumetrico-spaziali di Giotto, aggiungendovi un personale senso di drammaticità e di partecipazione agli eventi rappresentati e una sensibilità per i dettagli quotidiani.
RispondiEliminaGli artisti più importanti della scuola sense sono Duccio Buoninsegna, Simone Martini e i fratelli Lorenzetti. Il caposcuola della pittura senese è Duccio Buoninsegna, formatosi sullo stile di Cimabue. Le sue opere avviano un percorso di ricerca originale e alternativo alla pittura fiorentina rappresentata da Giotto e dai seguaci. Simone Martini è il pittore che più recepisce il gusto del Gotico francese, penetrato in città attraverso i frequenti scambi commerciali fra Siena e il Nord Europa. La formazione di questo artista si avvia negli ultimi anni del 200 presso la bottega di Buoninsegna ma molta importanza viene data alla sua frequentazioni di botteghe orafe e dunque probabilmente a contatto con questi artefici impara le tecniche della lavorazione dei metalli che abbinate alla tempera diventano il suo stile. Egli è inoltre nominato pittore ufficiale del papa Benedetto XII. I fratelli Lorenzetti completano il gruppo dei pittori più rappresentativi della scuola senese. Non si hanno notizie certe riguardo la loro formazione ma probabilmente entrambi hanno frequentato per un breve periodo la bottega di Duccio Buoninsegna entrando anche in contatto con Simone Martini. Il loro linguaggio pur essendo originale e autonomo rimane nel solco dello stile dei maestri ma si confronta constantemente con le soluzioni rappresentative della pittura Giotto e con le ricerche della scuola fiorentina.
RispondiEliminaLa scuola senese di pittura fiorì in Italia tra il XIII ed il XV secolo, tra i suoi rappresentanti più importanti troviamo:
RispondiEliminaDuccio di Buoninsegna, è uno dei pittori più influenti della storia dell'arte italiana. Non abbiamo molte informazioni sul suo conto, ma ci basta osservare le sue opere d'arte per capire quanto le generazioni successive dipendessero da lui. Duccio si formò sul solco della tradizione senese, che si basava ancora su una solida componente bizantina e sulle novità del gotico. Egli conferì alla scuola senese quel gusto raffinato ed elegante francese (linee morbide e una raffinata gamma cromatica) che, da lui in poi, sarebbe stata una delle caratteristiche peculiari delle opere prodotte a Siena. L’artista aveva una notevole conoscenza di Cimabue (quasi sicuramente il suo maestro nei primi anni di attività). Col tempo lo stile di Duccio raggiunse esiti di sempre maggiore naturalezza e morbidezza e seppe anche aggiornarsi alle innovazioni introdotte da Giotto, quali la resa dei chiaroscuri secondo una o poche fonti di luce, la volumetria delle figure e del panneggio, la resa prospettica.
Ambrogio Lorenzetti, fu fortemente influenzato dall’arte bizantina e dalle forme dell’arte classica, che utilizzò per creare uno stile di pittura unico ed estremamente personale. Lorenzetti non ebbe alcuna paura di proporre forme nuove basate sullo studio della prospettiva e della fisionomia. Il suo lavoro mostra chiaramente una forte dose di innovazione che gli artisti successivi hanno scelto di emulare. Lorenzetti, seppure senese, ebbe una formazione più vicina a quella fiorentina di Giotto, come è evidente nella solidità delle figure. Le sue complesse allegorie, la profonda umanità e il complesso significato religioso che emergono dalla sua produzione furono fonte di ispirazione per molti artisti della seconda metà del XIV secolo e dei secoli successivi.
Simone Martini. La sua formazione senese è molto importante per il suo stile. Egli era a capo di una bottega fiorente e illustre da cui uscirono opere di altissima qualità. Dalle opere prodotte si deduce una grande versatilità nelle tecniche di questo maestro. Alla pittura tradizionale, come l'affresco, la tempera su tavola e la miniatura, sperimenta anche applicazioni in vetro, smalti, stucchi, foglia d'oro e punzonatura e perfino carta, anticipando la moderna tecnica del collage. Ma l'arte di Simone Martini si distingue soprattutto per la nuova visione estetica, egli ha realizzato una perfetta fusione tra il realismo trecentesco, introdotto da Giotto, e la tradizione raffinata del gusto senese-duccesco. La sua pittura sviluppa in chiave più gotica la corrente senese a cui si era formato, assimilando l'insegnamento di Giotto. Nelle sue opere introduce ambientazioni credibili e spazi strutturati in profondità in cui fa agire i suoi personaggi, sviluppa una personalissima visione analitica, concentrata sui dettagli descritti minuziosamente, con risultati assolutamente nuovi. La cura del particolare, inoltre non è un dato puramente decorativo, questo approccio così moderno alla realtà, fa di questo artista uno dei primi veri ritrattisti e studiosi del vero della pittura dell'Occidente. Molto personale è anche il modo in cui questo artista fa uso dei suoi elementi espressivi. La linea è mobilissima, sinuosa, continua e ritmica. Scorre senza mai fermarsi su tutti i contorni, segue tutti gli ondeggiamenti delle pieghe delle vesti, dei capelli, dei particolari. I colori seguono una gamma ricca, delicata e raffinatissima, piena di trasparenze opalescenze e riflessi.
Tra la metà del XIII sec. e la metà del XV sec., Siena diventa una civiltà artistica, favorita soprattutto da personalità quali Nicola e Giovanni Pisano. La scuola senese di pittura, riuscì a competere con Firenze nonostante fosse più conservativa e si focalizzasse di più sulla bellezza decorativa e l’eleganza dell’arte gotica. I suoi maggiori esponenti sono:
RispondiElimina* Duccio di Buoninsegna, dotato di grande capacità, si serve degli elementi della tradizione bizantina, rinnovandoli grazie allo stile di Cimabue e alle novità del gotico francese. È molto attento alla natura e al quotidiano. Nelle sue opere appare una varietà di colori ed è evidente l’utilizzo di linee morbide che delineano soprattutto i corpi delle figure e aggiunge una raffinata gamma cromatica. La sua massima opera è la “Maestà”, nella quale la Vergine è raffigurata più grande rispetto agli altri personaggi, si parla di prospettiva gerarchica.
* Simone Martini, a differenza dell’artista descritto precedentemente, si libera dai caratteri bizantini. Le figure vengono definite dal colore in oro, i volti appaiono molto più espressivi e usa la linea decorativa, tutti elementi tipici dello stile gotico francese, infatti è apprezzato in Francia. L’opera che meglio riassume l’arte di Simone Martini è “l’Annunciazione” (con Lippo Memmi). Si tratta di un affascinante insieme composto da grazia, dolce sentimento e grande cura per la bellezza dell’artigianato. Si può notare la Vergine che mostra il suo turbamento;
* Pietro e Ambrogio Lorenzetti (fratelli), raffigurano lo spazio in modo realistico. Prestano attenzione ai particolari dell’architettura e donano drammaticità ed espressività ai volti da loro raffigurati. Ambrogio pare sia stato molto influenzato da Giotto, evidente nell’esaltazione dei valori plastici e nella strutturalità dell’immagine, mostrata dai contorni che definiscono i piani cromatici. L’opera più rappresentativa appartenente ai due fratelli, è “L’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo in città e in campagna”. Ambrogio dona a quest’opera particolare preminenza alla rappresentazione del paesaggio, esaltando gli aspetti più vivi e realistici.
-Alessandra Ziccarelli
Gli artisti più importanti della scuola senese sono:
RispondiElimina• Duccio di Buoninsegna, che si formò sul solco della tradizione senese, che si basava ancora su uno stile bizantineggiante, e la aggiornò sulle conquiste di Cimabue e sulle novità del gotico francese: in particolare, Duccio conferì alla scuola senese quel gusto raffinato ed elegante che, da lui in poi, sarebbe stata una delle caratteristiche peculiari delle opere prodotte a Siena.
• Simone Martini, allievo di Duccio, si libera dall’influenza bizantina, accentua la spazialità delle scene, definisce le figure attraverso la linea, il colore e l’oro, dona espressività ai volti e apprende la lezione del gotico francese.
• Pietro e Ambrogio Lorenzetti: tra i più grandi protagonisti della scuola senese, i due pittori proposero due stili originali e unici, cercando di far dialogare la tradizione senese fatta di preziosismo e raffinatezza con le novità introdotte dalla scuola fiorentina, ispirata dall'innovativo linguaggio giottesco. Raffigurano lo spazio in modo realistico, realizzano con attenzione i particolari dell’architettura, donano espressività e drammaticità ai personaggi.
Gli artisti più importanti della scuola Senese sono Duccio di Buoninsegna il quale utilizza elementi della tradizione bizantina,varietà di colori e una linea morbida.Ammira la scultura dei Pisano,conoscendo la pittura gotica. La sua pittura è incentrata sulla fluidità della linea e sull'armonia dei colori; utilizza il volume per definire la singola figura . Una delle sue opere più importanti è la Maestà, tempera su tavola della Madonna con il bambino. Simone Martini si libera dell'influenza bizantina,accentua la spazialità delle scene, definisce le figure attraverso la linea,il colore e l'oro. Dona espressività ai volti. Apprende la lezione del gotico francese. Pietro e Ambrogio Lorenzetti raffigurano lo spazio in modo realistico,realizzano con attenzione i particolari dell'architettura,donano espressività e drammaticità ai personaggi.
RispondiEliminaEMILIA FIUMARA
Gli artisti principali della Scuola senese sono Duccio di Buoninsegna,Simone Martini e Pietro e Ambrogio Lorenzetti.
RispondiEliminaDuccio di Buoninsegna usa elementi bizantini, come si può notare nella sua "Maestà di Siena", dove la vergine è più grande rispetto agli altri personaggi; tale tecnica viene chiamata Prospettiva gerarchica. Per quanto riguarda Simone Martini, invece, egli si libera dall'influenza bizantina e dona una certa espressività ai volti. Usa la linea, il colore e l'oro per definire le figure, è inoltre influenzato dal gotico francese. La sua opera più significativa è l'Annunciazione, dove la vergine esprime il suo turbamento.
Pietro e Ambrogio Lorenzetti raffigurano lo spazio in modo realistico e anche loro donano espressività. L'opera principale è l'Allegoria ed effetti del buono e del cattivo governo in città e in campagna. Esso si trova a Siena, nel Palazzo Pubblico, e si può suddividere in 3 parti:
-a sinistra l'Allegoria del Cattivo Governo
-al centro l'allegoria del Buon Governo
-a destra gli effetti del buon governo in città e in campagna.
L'opera è importante perchè è il primo ciclo pittorico con messaggio politico e mostra cosa potrebbe succedere nel caso ci fosse un governp cattivo.
Tra il XIII e il XV secolo, nella città toscana di Siena fiorì una grande scuola pittorica, che entrò in competizione con quella di Firenze. Alla Galleria degli Uffizi incontriamo alcuni dei maggiori esponenti della scuola senese: Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Lippo Memmi, i fratelli Ambrogio e Pietro Lorenzetti, Matteo di Giovanni, e i manieristi Beccafumi e Sodoma.
RispondiEliminaNelle opere dei pittori senesi notiamo molti richiami alla preziosità dello stile gotico, un ampio uso dell’oro e la costruzione di figure delicate e armoniose, dunque in parte idealizzate. In quelle dei fiorentini, invece, la ricerca prospettica e le figure più realistiche predominano.
Nel secolo successivo, Siena raggiunse probabilmente l’apice dal punto di vista artistico: al Trecento senese è dedicata un’intera sala della Galleria degli Uffizi. Qui sono esposte opere importanti, come l’Annunciazione, di Simone Martini e Lippo Memmi e la Presentazione al Tempio, di Ambrogio Lorenzetti. Le opere della sala hanno caratteristiche simili, ma allo stesso tempo presentano delle differenze: notiamo lo stile mistico, a tratti irreale, tipico dello stile Gotico Internazionale, ma anche l’influenza di Giotto, nella resa prospettica della materia rappresentata.
Il dialogo con Firenze portò dunque a punti di contatto e di scambio, non solo di rivalità. I pittori senesi portarono avanti la tradizione locale, ma guardarono alle ricerche anatomiche dei fiorentini. La crisi politica ed economica di Siena, alla fine del XVI secolo, portò anche a quella artistica: oggi la città conserva i suoi capolavori pittorici e architettonici che le donano un aspetto tardo-medievale, infinitamente affascinante.
-Laura Stalteri
La scuola senese di pittura fiorì in Italia tra il XIII ed il XV secolo e riuscì a competere con Firenze, nonostante fosse più conservativa e si focalizzasse maggiormente sulla bellezza decorativa e l'eleganza dell'ultimo periodo dell'arte gotica.
RispondiEliminaGli artisti più importanti della Scuola Senese sono: Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti.
Duccio di Buoninsegna: tradizionalmente indicato come il primo maestro della scuola senese.
utilizza elementi della tradizione bizantina, varietà di colori e una linea morbida. La sua pittura è incentrata sulla fluidità delle linee e sull'armonia dei colori.
Il suo capolavoro, ovvero la Maestà del Duomo di Siena, è un'opera emblematica dell'arte del Trecento Italiano.
Simone Martini: Si libera dell'influenza bizantina, accentua la spazialità delle scene, definisce le figure attraverso la linea, il colore e l'oro. Dona espressività ai volti. Apprende la lezione del gotico francese. È stato un pittore e miniatore italiano, considerato indiscutibilmente uno dei maestri della scuola senese. La sua opera più significativa è l'Annunciazione, dove la vergine esprime il suo turbamento.
Ambrogio Lorenzetti: raffigura lo spazio in modo realistico, realizza con attenzione i particolari dell'architettura, dona espressività e drammaticità ai personaggi. È stato un pittore italiano. Fu uno dei maestri della scuola senese del Trecento. Fratello minore di Pietro Lorenzetti, fu attivo dal 1319. La loro opera più significativa è:"L’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo in città e in campagna”. Donano a quest’opera particolare preminenza alla rappresentazione del paesaggio, esaltando gli aspetti più vivi e realistici.
-Giulia Bozzarello
Nel corso del XIII secolo Siena acquisisce autonomia e prestigio politico-culturale. Questa prosperità richiamò artisti come Nicola e Giovanni Pisano, dotati di una straordinaria individualità artistica, hanno un ruolo significativo nella formazione di un linguaggio pittorico chiamato ‘’scuola senese’’. Il caposcuola della pittura senese è Duccio di Buoninsegna che fu uno dei più importanti esponenti della pittura senese della metà del 200. Alla sua produzione giovanile appartiene la Madonna di Crevole che si trova al museo dell'opera del Duomo di Siena. In quest'opera sono evidenti i modelli della sua formazione: il panneggio schematico e l'uso dell'oro provenienti dalla pittura bizantina, elementi derivanti dalla miniatura gotica e motivi iconografici tipicamente bizantini. Nello stesso periodo mentre Cimabue e i suoi seguaci cercano di rappresentare lo spazio tridimensionalmente e volumetricamente, Duccio cerca di focalizzare la sua attenzione sull'eleganza delle forme e delle linee e sull'armonia dei colori. Anche se le composizioni di Giotto si dimostrarono importanti per lo sviluppo della pittura del primo Rinascimento, Duccio di Buoninsegna sondò da parte sua uno spettro estetico che, nell’intenso confronto con la tradizione bizantina, era molto più sfaccettato. È quindi comprensibile che la buona reputazione di Siena, intorno alla metà del XIV secolo, si fosse diffusa in Europa più delle idee formali di Giotto e della sua scuola. Tra gli artisti attivi a Siena nella prima metà del Trecento troviamo Simone Martini. Egli è il pittore che più incarna lo spirito gotico della pittura senese nella prima metà del Trecento. Il distacco dalla maniera bizantina, nei pittori di stile gotico, si basa su alcune caratteristiche costanti: l’uso fondamentale della linea, soprattutto curva e sinuosa, per costruire l’immagine e l’apparato decorativo, l’uso di una grande vivacità cromatica, l’umanizzazione dei personaggi sacri a modo di uomini o dame di corte. Questi stessi parametri li ritroviamo tutti nella pittura di Simone Martini, pur se il suo linguaggio pittorico risente spesso dell’influenza giottesca. Sua prima opera nota è la «Maestà» che egli realizza ad affresco, nel 1315, nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena. In questo affresco è presente ovviamente l’influenza della grande pala di Duccio da Buoninsegna, realizzata solo pochi anni prima, ma l’opera è già di decisa matrice gotica per la sua vivacità cromatica e per l’enfasi della linea. E per completare il quadro dei pittori più rappresentativi della scuola Senese abbiamo i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti. I due artisti operano una sintesi tra eleganze gotiche e razionalità costruttiva, propria del linguaggio giottesco, che non ha eguali in tutto il panorama artistico italiano. Il più vecchio dei due fratelli è Pietro, la cui attività si svolse tra Siena, Arezzo, Firenze ed Assisi. La sua formazione parte dalla pittura di Duccio da Buoninsegna, ma la sua attività ad Assisi, dove sono conservate le sue prime opere, lo mette a contatto con la pittura di Giotto, che profonda influenza doveva produrre sulla sua opera. E sempre ad Assisi, nella Basilica inferiore di San Francesco, egli realizza, tra il 1335 e il 1340, la sua opera più nota: gli affreschi con Storie della Passione. Ma è soprattutto nella «Natività della Vergine» del 1342, che si ritrova la sua migliore sperimentazione sulla costruzione prospettiva, che rendono quest’opera la punta più avanzata dei tentativi trecenteschi di giungere ad una corretta rappresentazione spaziale.
RispondiElimina-Maria Elena De Bartolo.
-Angelo Mazzulla
RispondiEliminaLa scuola senese di pittura fiorì in Italia tra il XIII ed il XV secolo e riuscì a competere con Firenze, tra i suoi rappresentanti più importanti troviamo Duccio di Buoninsegna che ha un'influenza bizantina nelle sue opere, Simone Martini (l'apprendista di Buoninsegna, che eseguì "La Maestà del Palazzo Pubblico", affresco nella "sala del Mappamondo" del Palazzo Pubblico), Pietro Lorenzetti ,sensibile alle novità giottesche, e il fratello Ambrogio Lorenzetti; ad egli si devono gli affreschi del Buon governo e del Cattivo governo, nella "sala della Pace" del Palazzo Pubblico.
Tra il XIII e il XV secolo, nella città toscana di Siena fiorì una grande scuola pittorica, che entrò in competizione con quella di Firenze. Alcuni dei maggiori esponenti della scuola senese sono: Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Lippo Memmi, i fratelli Ambrogio e Pietro Lorenzetti, Matteo di Giovanni, e i manieristi Beccafumi e Sodoma.
RispondiEliminaNelle opere dei pittori senesi notiamo molti richiami alla preziosità dello stile gotico, un ampio uso dell’oro e la costruzione di figure delicate e armoniose, dunque in parte idealizzate. In quelle dei fiorentini, invece, la ricerca prospettica e le figure più realistiche predominano.
Nel Medioevo, la rivalità tra la ghibellina Siena e la guelfa Firenze non era solo artistica, ma anche politica. La battaglia di Montaperti e quella di Colle Val d’Elsa sono i più importanti episodi bellici, tra le due città, del XIII secolo.
Nel secolo successivo, Siena raggiunse probabilmente l’apice dal punto di vista artistico: al Trecento senese è dedicata un’intera sala della Galleria degli Uffizi. Qui sono esposte opere importanti, come l’Annunciazione, di Simone Martini e Lippo Memmi e la Presentazione al Tempio, di Ambrogio Lorenzetti. Le opere della sala hanno caratteristiche simili, ma allo stesso tempo presentano delle differenze: notiamo lo stile mistico, a tratti irreale, tipico dello stile Gotico Internazionale, ma anche l’influenza di Giotto, nella resa prospettica della materia rappresentata.
Il dialogo con Firenze portò dunque a punti di contatto e di scambio, non solo di rivalità. I pittori senesi portarono avanti la tradizione locale, ma guardarono alle ricerche anatomiche dei fiorentini. La crisi politica ed economica di Siena, alla fine del XVI secolo, portò anche a quella artistica: oggi la città conserva i suoi capolavori pittorici e architettonici che le donano un aspetto tardo-medievale, infinitamente affascinante.
-Ludovica Stillitano
Gli artisti più importanti della scuola sense sono Duccio Buoninsegna, Simone Martini e i fratelli Lorenzetti. Il caposcuola è Duccio Buoninsegna, che si è formato sullo stile di Cimabue. Le sue opere avviano un percorso di ricerca alternativo e diverso dal solito rispetto alla pittura fiorentina rappresentata da Giotto e dai seguaci. il pittore che più rispetta i parametri del gusto del Gotico francese, è Simone Martini. La sua formazione si avvia presso la fine del 200 nella bottega di Buoninsegna. C'è le frequentazioni di botteghe orafe ebbero molta impartanza perciò a contatto con tali artefici impara le tecniche della lavorazione dei metalli con la tempera che catatterizzano il suo stile. Venne poi nominato pittore ufficiale del papa Benedetto XII. I fratelli Lorenzetti fanno ugualmente parte del gruppo dei pittori più rappresentativi della scuola senese. Non si sa con certezza quale sia la loro formazione ma probabilmente entrambi frequentarono la bottega di Duccio Buoninsegna. Il loro linguaggio è originale ma rimane fedele allo stile dei maestri.
RispondiElimina-Silvia Giacoia
La scuola senese di pittura fiorì in Italia tra il XIII ed il XV secolo. Tra i suoi rappresentanti più importanti troviamo Duccio di Buoninsegna, le cui opere mostrano una certa influenza bizantina, il suo apprendista Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Domenico e Taddeo di Bartolo, Stefano di Giovanni e Matteo di Giovanni.
RispondiEliminaNel XVI secolo ne fecero parte i manieristi Domenico di Pace Beccafumi e Giovanni Antonio Bazzi.
Il caposcuola della pittura senese è Duccio di Buoninsegna che fu uno dei più importanti esponenti della pittura senese della metà del 200. Alla sua produzione giovanile appartiene la Madonna di Crevole che si trova al museo dell'opera del Duomo di Siena. I fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti operano una sintesi tra eleganze gotiche e razionalità costruttiva, propria del linguaggio giottesco.
-Maria Francesca Iorio